martedì 15 maggio 2012

Vignaioli, stile trentino.

Non solo assaggi, a questa mostra-mercato dei vignaioli trentini, ma anche il ritorno alla tradizione!
Come risaputo, infatti, una manifestazione eno-gastronomica non può dirsi davvero "trentina" se non esprime l'inguaribile, simpaticissima grettezza parsimonia tipica degli organizzatori nostrani. Ed ecco che, dopo numerose (preoccupanti) smentite negli eventi dell'ultimo periodo, viene orgogliosamente riaffermata la fortunata formula del "pagare tanto per avere poco".
In realtà, dietro questa avvincente premessa non c'è niente di che: solo piccole miserie ed una leggera delusione. Insomma, perché pavoneggiarsi con i nomi di grandi chef per l'"area-ristorante" quando, poi, si intende servire 30 grammi di pasta fredda in un piatto di plastica, con posate di plastica, da mangiare in piedi? Allo stesso modo, perché vendere, comprese nel biglietto d'ingresso, quelle "degustazioni di prodotti tipici" che, poi, sarebbero state quasi tutte a pagamento? (Ma a questi rivenditori, peraltro, non basta la pubblicità che ricavano dalla loro presenza nella mostra?) La conclusione è una soltanto: capita sempre in Provincia di Trento.

Detto questo, si può precisare che la manifestazione è, nel complesso, interessante e piacevole, con molti stand di vignaioli ed un'abbondantissima offerta di buoni vini: in pratica, una "mostra dei vini del trentino" con poco di più e poco di meno.

Quanto ai vini, prescindendo dalle conferme di qualità (vedi il Moratèl Cesconi o il Sangue di Drago Donati), ci sono notevoli gradevolissime scoperte, da riprovare a mente (bocca) fredda:
- Trento DOC Brut Riserva 2005 Balter (Rovereto), taglio di 80% chardonnay e 20% pinot nero, piacevolmente fresco e vivace malgrado rimasto per ben 6 anni a rifermentare in bottiglia;
- Trentino DOC Marzemino Superiore di Isera "Husar" 2008 de Tarczal (Isera), da piante di 40-45 anni, vendemmia tardiva (mi pare di aver capito), per un risultato di grande intensità cromatica, olfattiva e gustativa, caratterizzato da profumi di viola, frutti rossi, frutta macerata e note speziate e da sensazioni fresche, sapide, tanniche ed abbastanza morbide;
- Vino Bianco da uve stramature "San Martim" Grigoletti (Nomi), da uve Chardonnay, Sauvignon Blanc, Moscato e Traminer aromatico, vendemmiate in novembre, maturato per 5 mesi in acciaio ed altri 24 in bottiglia, in bocca fresco e morbido, dominato da note di albicocca, frutta candita e, soprattutto, zafferano (forse anche troppo) - in realtà già assaggiato in passato, ma ci aveva stupito molto meno;
- VdD IGT Incrocio Manzoni "Isidor" Vignaiolo Fanti (Pressano), ottenuto dopo breve macerazione sulle bucce e, a seguito della fermentazione, 10 mesi di maturazione sui lieviti oltre all'affinamento in bottiglia: il risultato è ben equilibrato tra acidità e sapidità minerale da una lato, calore (13,5!) e morbidezza dall'altro; il profumo è fruttato, floreale e quasi erbaceo;
- Valle d'Aosta DOP Chardonnay e Chardonnay Cuvée Bois Les Cretes (Aymavilles - Valle d'Aosta) sono esempi dell'incredibile influenza, sul vitigno, dell'ambiente di coltivazione: ovvero, di come due comunissimi chardonnay possano, in questa regione, assumere connotati tanto diversi da quelli (per noi) abituali, tanto in bocca (dove la freschezza passa quasi in secondo piano dietro sapidità e morbidezza), quanto al naso (dove la frutta è molto più estiva ed esotica della nostra e, nel Cuvée Bois, è accompagnata da intense note speziate, soprattutto di vaniglia, derivanti dalle botti di maturazione).
Questo è il succo.

Nessun commento:

Posta un commento