giovedì 14 novembre 2013

Bevi primierotto!

Chiariamo subito che Bionoc di Mezzano, per noi, è senz'altro il più promettente birrificio trentino. Ha una produzione ancora limitata (1.500 litri all'anno, se ho capito bene) e commercializza per ora soltanto due birre; però emana passione (condita con un po' di egocentrismo) e, soprattutto, sforna prodotti di buona fattura, con un discreto carattere e che si fanno bere ch'è un piacere.
Per le sue birre, impiega un'acqua mediamente dura (18°f), proveniente da una sorgente di Mezzano.
Conduce le fermentazioni ad alta temperatura, tra 18,5-22°C per circa 7 gg, raffreddando successivamente i mosti a 2,8-3,2°C. I prodotti vengono poi fatti maturare all'interno degli stessi fermentatori (si fa quel che si può) per circa 10 giorni.
Tutte le birre, infine, sono rifermentate in bottiglia, aggiungendo però solo dello zucchero e lasciando operare fino allo sfinimento i lieviti residui della prima fermentazione.

Stasera, per una cena a zuppa di ceci e carne di pollo, proviamo a stappare l'Alta Vienna, birra - dal nome eloquente - ispirata allo stile Vienna ma ottenuta con l'alta fermentazione.
Il malto utilizzato - altra peculiarità stilistica - è esclusivamente il vienna, senza "tagli" con ulteriori malti base. Il luppolo impiegato è invece l'Hallertau, in modeste quantità, mentre il lievito ale è belga.
La densità iniziale corrisponde a 13,5°P (circa 1,055 OG), ben sfruttata visto che il grado alcolico finale raggiunge i 5,8°ABV.
Resta peraltro almeno un mese a maturare-rifermentare in bottiglia prima della commercializzazione.

Per la cronaca, quando alcuni mesi fa l'avevamo provata presso il birrificio, spillata dal fermentatore-maturatore, la birra si presentava di colore ambrato torbido, con profumi di cereali, di malto leggermente caramellato e leggeri note erbacee. In bocca era tendenzialmente dolce ma complessivamente bilanciata, con una discreta freschezza ed un'amarezza leggera (21 IBU), mentre il corpo è medio-leggero ma cremoso.
L'impressione era quella di una birra ben fatta, espressiva e pulita.

Ribevuta adesso in bottiglia, tutto sommato il nostro apprezzamento non cambia.
La troviamo di un colore ambrato-aranciato piuttosto velato, con una schiuma fine ed abbondante non particolarmente persistente.
Al naso domina l'odore di malto caramellato, accompagnato dalle note erbacee dei luppoli, dalla tipica speziatura del lievito belga e da vaghi sentori di caramella mou e gomma.
Di corpo medio-leggero, ha un'effervescenza poco spinta e risulta abbastanza equilibrata tra la dolcezza, la lieve acidità e l'amarezza finale (di media persistenza): al palato, in definitiva, tutte le sensazioni sono però piuttosto deboli, un po' troppo rispetto alle aspettative stimolate dagli odori.
Detto ciò, si tratta comunque di una birra piacevole, pulita e di grande bevibilità.

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